sabato 5 febbraio 2011

vite



VITE

Rami:
Le ramificazioni; chiamate germogli o pampini nello stadio erbaceo, tralci se sono lignificati e sarmenti quando sono staccati dalla pianta dopo la potatura. Se derivano dall'anno in corso sono detti cacchi o femminelle.

Gemme:
Le gemme sono originate dal meristema primario, possono essere pronte, ibernanti, normali e latenti.

Foglie:
Le foglie possono essere semplici, distiche e alterne. Formate da un picciolo e da una lamina palmato-lobata con 5 nervature che possono originare altrettanti lobi separati da insenature detti seni.

Fiori:
I fiori sono riuniti a formare una infiorescenza chiamata grappolo (racemo) posta sul tracio in posizione opposta alle foglie.

Grappolo:
Il grappolo è costituito da un asse principale, il rachide, sul quale si trovano i racimoli divisi in vari ordini, il cui ultimo è detto pedicello e porta il fiore, ogni grappolo può portare fino a 100 fiori che sono ermafroditi maschili e femminili. Il fiore è formato da un calice con 5 sepali e da una corolla di 5 petali di colore verde.
Il grappolo a seconda della varietà può avere forma e colore diversi.

Frutti:
I frutti vengono detti acini e sono delle bacche, formate da una buccia o epicarpo, colorati di blu o di viola, nero o giallo, ricchi di tannini, parte centrale con mesocarpo o polpa, molto succosa, ricca di zuccheri e acqua da cui si ricava il mosto.
L'endocarpo in cui sono contenuti i semi o vinaccioli sono ricchi d'olio. Gli acini sono posti sui pedicelli e insieme alle ramificazioni formano il raspo.

Esigenze pedoclimatiche:
Occorrono temperature medie annue di 10°C e nel mese più freddo non inferiori agli 0°C, in ogni caso ha una adattabilità enorme, persino sul Monte Rosa, si hanno impianti. La vite è una pianta elifofila e produce di più dove ci sono particolari esposizioni a radiazioni solari. Resiste molto bene ai terreni aridi, non sono soggette a irrigazioni, sono soprattutto dannose le piogge durante la fioritura e la maturazione perchè lasciano nel vino colori e odori sgradevoli.
La vite si adatta bene ai terreni più disparati, nei terreni calcarei il vino ha buone percentuali di zucchero ma scarsa acidità.
In terreni humiferi la fertilità è ottimale, infatti si hanno grandissime produzioni di vino ma di qualità scadente .
In terreni argillosi se associati a terreni calcarei si ha il conferimento di corpo colore e alcolicità migliore.
I terreni sabbiosi danno vini molto alcolici, ma anche facilmente bevibili.

Fasi fenologiche:
GEMMA COTONOSA: strato cotonoso che si forma dopo il riposo sulla gemma.
PIANTO: perdita della linfa dopo potatura
GERMOGLIAMENTO: attraverso le gemme si intravede il germoglio
VEGETAZIONE: il rachide si sviluppa fino a giugno
ALLEGAGIONE: dopo giugno si vedono i primi acini. La vite è soggetta a colatura.
INVAIATURA: cambiamento di colore, calo del quantitativo di acido e aumento degli zuccheri
MATURAZIONE: il viraggio viene completato, aumenta il tenore di zuccheri e la vite assume il suo odore caratteristico.

Anomalie del grappolo:
FILATURA: il grappolo si trasforma in viticcio
COLATURA: caduta dei fiori
ACINELLATURA: le bacche sono piccole e dolci

Gestione dell'impianto:
LAVORAZIONI:
  • La prima scelta tecnica è stata quella di attuare una lavorazione a 2strati cioè una ripuntatura profonda a 1m e un'aratura a 40-50cm. Successivamente o contemporaneamente, a queste operazioni possono essere eseguite la concimazione di fondo. Infine l'erpicatura provvederà ad affinare ulteriormente il terreno, in modo da facilitare le operazioni di trapianto delle barbatelle. (materiale certificato, è bene effettuare il trapianto in autunno così guadagno un anno)
CONCIMAZIONI:
  • Azotata (N): stimola l'attività vegetativa e produttiva, e la pianta risponde molto velocemente a una sua somministrazione. La sua scarsità determina vegetazione stentata con scarsa qualità. Un eccesso determina vegetazione lussureggiante una produzione elevata ma di scarsa qualità, con una forte predisposizione ad attacchi parassitari 37/70 Kg/ha, il suo apporto dovrebbe essere frazionato in tre parti (25% del totale subito dopo la vendemmia, 40% del totale dopo il germogliamento, 35% dopo l'allegagione, quest'ultima andrà eseguita con nitrati a pronto effetto)
  • Fosfatica (P): favorisce le difese della vite e incide sulla qualità del prodotto. Le richieste quantitative sono basse 5-20 Kg/ha
  • Potassica (K): 38-120 Kg/ha, è fondamentale per la sintesi dei giochi e per l'equilibrio acido del vino.
Potassio e fosforo vanno apportati dopo la vendemmia.

INERBIMENTO:
  • Solitamente il terreno viene lasciato inerbito per le lavorazioni, non va fatto prima di 3/ 4 anni dall'impianto. Si fa un miscuglio di graminacee, come lolium o la festuca.
  • Sono opportune le lavorazioni per il letto di semina e mensilmente uno sfalcio, l'erba va lasciata sul terreno per arricchire il terreno di sostanza organica. Esempio: inerbimento parziale tra i filari
  • Si semina un miscuglio che ha delle leguminose e delle graminacee e che quindi porta concimazioni azotate al terreno.
L'inerbimento va fatto dal terzo anno dell'impianto in poi per evitare rischi di contrasti idrici tra vite e miscuglio.
Periodicamente il prato va sfalciato, lo sfalcio andrà lasciato sul terreno che lo mineralizzerà , utile è l'uso di uno scarificatore.
La s.o. Nel terreno deve essere 3-4%.
L'inerbimento può essere totale o parziale, nel primo caso è sia sulla, che tra le file, mentre nel parziale l'inerbimento è solo interfila, tra le file c'è però una lavorazione con erpici, sarchiatrici, zappatrici e fresatrici, con profondità delle lavorazioni sui 10-20cm, per il semplice controllo delle infestanti.
Il problema dell'inerbimento è che sul cotico erboso si possono sviluppare delle infestanti che possono attrarre api e parassiti, per evitare ciò basta sfalciare periodicamente, i macchinari per lo sfalcio devono essere buoni, soprattutto non devono lasciare cumuli d'erba, sotto i quali si possono sviluppare delle muffe.
Con l'inerbimento non disperdiamo s.o. Perchè tutti i residui colturali sono sufficienti.
Inoltre si possono trinciare i sermenti derivanti dalle potature e interrarli, come anche le foglie.
L'arieggiatore è un attrezzo che fende il terreno senza rivoltare la zolla, in modo da non sconvolgere lo strato attivo.
Come essenze per l'inerbimento possiamo usare delle leguminose con trifoglio , e graminacee e lolium, l'inerbimento è indispensabile dopo ¾ anni dall'impianto per la radicazione del vigneto che potrebbe essere rovinato dalle lavorazioni sui terreni mal fatti e su quelli mal ancoranti.
Nell'inerbimento parziale possiamo avere dei piccoli vantaggi, ovvero lasciare 1m di terreno non inerbito dove faremo delle pratiche colturali e in autunno si possono fare delle concimazioni organiche lungo la fila ciò è vantaggioso in ambienti siccitosi, argillosi e collinari.
In periodi molto secchi, le piante sono in grado grazie al fenomeno della capillarità di approvvigionarsi l'acqua, la sarchiatura favorisce tale fenomeno, quindi l'inerbimento parziale sarebbe utile.
La pacciamura sulla fila, consiste nel coprire con film plastici o biodegradabili il terreno sulle file.

CONTROLLO DELLE INFESTANTI:
  • La gestione del suolo può avvenire anche con la lavorazione del suolo. In tal caso è importante il controllo delle infestanti. Alla fine di marzo generalmente si esegue una lavorazione relativamente profonda 15-20cm, per eliminare le erbe infestanti che altrimenti eserciterebbero una forte competizione idrica.
  • Le infestanti possono essere controllate anche con una fresatura molto superficiale. È importante eseguire tale intervento tra la seconda decade di aprile e la metà di maggio.

PALIFICAZIONE: è un intervento che viene fatto nel vigneto quando si impianta tramite il tracciamento del sesto di impianto dopo aver sistemato il terreno, poi si passa alla palificaione con i pali in legno di castagno (ricche di sostanze tanniche che evitano di far marcire il legno) o cemento; dopo si passa il filo zincato, plastificato, tutto ciò si esegue in autunno perchè è il momento ideale per innestare le barbatelle.

IRRIGAZIONE: si usa nel periodo primaverile-estivo nel centro-sud Italia per evitare di aumentare l'acido malico del vino, l'irrigazione è a goccia.
PORTAINNESTO: si utilizzano portainnesti americani, perchè resistenti alla fillossera (insetto, rincote, omottero e emittero)a cui la vite americana è resistente, la fillossera ha due fasi radicolare e galletola.
Le viti americane sono:
  • vitis riparia: vive vicino ai fiumi e su terreni freschi molto resistente alla fillossera
  • vitis rupestris: vive in terreni rocciosi buona resistenza alla fillossera
  • vitis berlandieris: vive sui terreni calcarei è molto resistente alla clorosi ferrica.
Dalle ibridazioni sono nati i portainnest (vedi scheda colturale sezione porta innesti).

POTATURA:
  • Secca (da fine inverno in poi)
  • A guyot
  • doppio capovolto
  • pergola
  • verde (d'estate)
  • sfogliatura
  • cimatura dei germogli
GUYOT:
  • taglio del presente: tralcio bel lignificato a cui si lasciano 7/8 gemme che produrranno quest'anno
  • taglio del futuro: ramo basso, si lasciano 2 gemme (sperone) e quel ramo porterà dei tralci che produrranno due rami.
  • Taglio del passato: si asporta il rimanente.

DOPPIO CAPOVOLTO:
È un Guyot doppio a cui si lasciano due capi a frutto e due speroni, si attua nelle viti molto vigorose

PERGOLE: eliminazione tralci che hanno prodotto, si sostituiscono con degli speroni che hanno da 1 a 3 gemme, i tralci rimasti vengono legati e si lasciano le gemme in funzione dei tralci.

SFOGLIATURA: si eliminano parte delle foglie, meccanicamente con macchine allessatrici o sfogliatrici, o manualmente, si fa la sfogliatura, per evitare le malattie fungine, per far penetrare meglio la luce e quindi migliorare il tenore di zucchero e tenere più colore hai frutti, inoltre abbassa il tenore di umidità.
Si lasciano 4-5 foglie a grappolo per la fotosintesi.



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